I distretti tecnologici in Italia: note introduttive e metodologicheNumerose realtà locali, provinciali, regionali si dichiarano distretti tecnologici. Questi distretti "auto- dichiarati" corrispondono a realtà locali qualitativamente e quantitativamente molto diverse. Non essendovi ancora una chiara identificazione del concetto di distretto tecnologico a livello di teoria economica, mentre l'appellativo di distretto tecnologico conferito dal MIUR riguarda in molti casi progetti di sviluppo di realtà ben lontane dall'essere consolidate, il contenuto effettivo che sta sotto l’appellativo dipende molto dal significato che gli attori promotori hanno scelto di dargli. Lo scopo delle schede contenute in questa sezione è quello di fornire informazioni generiche sulle aree che si auto-definiscono distretti tecnologici, senza discutere l’effettivo merito di tale definizione. Questo permetterà un primo confronto che evidenzierà la diversità esistente fra le varie realtà e che sarà esso stesso spunto per una riflessione sulla definizione di distretto tecnologico. Le aree a cui più frequentemente si associa il termine "distretto tecnologico" sono i seguenti:
Per alcuni distretti, è stato elaborata una scheda informativa e descrittiva a partire dalle informazioni prodotte dagli attori dei distretti e resa disponibile principalmente su Internet e sui giornali locali e nazionali. In particolare, i seguenti punti sono stati sviluppati:
I numeri dei distretti tecnologici La categoria "i numeri del distretto" intende fornire un idea della realtà quantitativa di questi distretti in termini di unità locali e di addetti che svolgono attività high tech sul territorio del distretto. Siccome i distretti tecnologici non sono una categoria formale, appare difficile fornire una quantificazione univoca delle imprese e degli addetti. Il territorio di riferimento adottato dalle varie rilevazioni sul distretto può essere diverso (certi sono attivi a livello provinciale, altri a livello regionale, altri ancora a livello locale), così come l’elenco dei settori preso in considerazione; accade dunque che i valori forniti dalle varie fonti possano differire notevolmente. Abbiamo messo a confronto quindi i dati forniti dalle istituzioni locali (quando erano disponibili o quando il distretto è supportato da un’organizzazione formale) con i dati calcolati a partire dal censimento intermedio Industria e Servizi ISTAT 1996 basandoci sul livello spaziale che ci è sembrato di volta in volta più pertinente.
Alcune definizioni: Il livello spaziale adeguato
Per la maggiore parte di questi distretti, la provincia può essere considerato come un livello pertinente della zona d’influenza dei distretti.
Per due casi, il distretto dell’area metropolitana di Torino e il distretto del Canavese, è stato necessario trovare una modalità di disaggregazione dei dati. In effetti, i due distretti sono inseriti nella stessa provincia, Torino; il distretto di Torino corrisponde alla zona metropolitana e quello del Canavese è localizzato in un’area periferica, semi urbana. Abbiamo preso dunque in considerazione il sistema locale del lavoro determinato dall’ISTAT (ISTAT, 1991) La definizione e la misura dell’ high tech Sono stati individuati per ogni distretto, nel suo campo spaziale di riferimento, il numero di unità locali e il numero di addetti impegnati in attività high tech. Le attività high tech sono state individuate a partire della classificazione ATECO usata nel censimento intermedio industria e servizi (Cavallo, Lazzeroni, Patrono, Piccaluga, 2002, 2003):
Definizione e misura delle attività ICT, Information and Communication Technology Certi distretti, come il DT di Torino Wireless sono specializzati nei settori delle tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione. E stato possibile individuare le imprese che svolgono queste attività specifiche. L’OECD ha definito i settori ICT secondo la classificazione che abbiamo qui ripreso:
marzo 2004 - Émilie Lanciano |