SCHEDA SINTETICA DEL DISTRETTO TECNOLOGICO DI TORINO

La storia del distretto Caratteristiche principali I numeri Riferimenti Web Bibliografia

Vocazione tecnologica Informatica, ICT, elettronica
Provincia Torino
Regione Piemonte
Attori pricipali del DT
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Città di Ivrea,

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Olivetti S.p.A,

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l’Associazione Industriali del Canavese, API Torino

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Provincia di Torino,

bulletRegione Piemonte
 
Istituzione di riferimento Consorzio per il Distretto Tecnologico del Canavese
Data riconoscimento ufficiale  

 

La storia del distretto

Il distretto tecnologico del Canavese è localizzato a nord ovest della città capoluogo della provincia Torino. E centrato nella città di Ivrea, e arriva fino a Chivasso e a Rivarolo Canavese. Fino agli Anni Ottanta il modello di sviluppo dell'area canavesana era imperniato sulla presenza di grandi imprese motrici: Olivetti e Fiat.

Questo modello, sul finire degli Anni Novanta, entra in crisi, provocando effetti negativi sul tessuto imprenditoriale e sociale dell'area. I due fatti salienti di questo processo sono la crisi irreversibile del sistema Olivetti, e il ricompattamento della filiera legata al settore automotive con la chiusura definitiva dei stabilimenti Lancia a Chivasso.

Questa crisi comporta una perdita di posti lavoro, ma viene contenuta grazie a una sostanziale stabilità nel numero delle imprese "industriali" minori, generando un passaggio di quote occupazionali dalla grande alla piccola e media industria. Dagli oltre 20.000 addetti nella grande impresa negli Anni Settanta, si passa ai circa 4.000 del '98. Le crisi legate alle chiusure o/e ristrutturazioni di queste grande ditte corrispondono dunque ad una “rottura” della traiettoria industriale dal tessuto economico locale basato sul modello “one company town”, che vedeva la città e il territorio respirare con l’ossigeno della grande azienda, in un tessuto composto per il resto soprattutto da PMI. Negli Anni Settanta le piccole e medie imprese assorbivano appena il 30% degli occupati, oggi ci sono almeno 500 PMI che danno lavoro al 65% della popolazione occupata.

 

Le caratteristiche principali e la vocazione tecnologica 

L’emergere di un tessuto di piccole e medie imprese, specializzate nei settori high tech dell’informatica e delle telecomunicazioni  è direttamente legato alla crisi di Olivetti e Lancia. Le nuove imprese sono infatti state fondate per la maggiore parte da ex- dipendenti di queste imprese che sfruttano la professionalità e le conoscenze acquisite nel lavoro da dipendente della grande impresa. Nel caso di Olivetti, che operava nel campo delle attrezzature informatiche e che coinvolgeva diversi tipi di specializzazione legate a questo settore, la polverizzazione/ parcellizzazione del tessuto produttivo in diverse PMI create da ex dipendenti ha permesso una specializzazione nei diversi sub settori che compongono la produzione informatica. Piuttosto che rappresentare una rottura, la trasformazione del tessuto produttivo locale ha permesso quindi di accentuare la specializzazione tecnologica dell’attività presente sullo stesso territorio nel quadro dello stesso paradigma tecnologico, e di favorire la progressiva riconversione di una parte del tessuto produttivo verso settori di punta, come l’informativa e le telecomunicazioni.

La caratteristica peculiare territoriale dell’area del Canavese è di conseguenza la multi- vocazionalità produttiva rappresentata da una struttura industriale composta da PMI e da grande imprese:

·        una vocazione specialistica legata a settori manifatturieri tradizionali, in particolare siderurgia e metallurgia, meccanica fine, stampaggio a caldo dell’acciaio (Rivarolo) ma anche beni strumentali in cui emergono attività di eccellenza,

·        una vocazione per l’alta tecnologia, l’informatica, il design e la progettazione: il Canavese, e Ivrea in particolare, sembrano quindi sottoposti ad una rilevante fase espansiva del settore delle ICT, con una forte accelerazione soprattutto nei comparti dell’elaborazione dati, della telematica, della produzione di software e delle attività editoriali, lasciando viceversa a Torino un ruolo di preminenza nella multimedialità, nelle telecomunicazioni, nella pubblicità e nelle attività radiotelevisive.

·        un sistema di imprese “polverizzato” in costante mutazione

 

Le potenzialità di innovazione di questo territorio sono testimoniate, da un lato, dall’elevato numero di brevetti depositati dalle imprese del Canavese, dall’altro, dalla segnalazione, nella biennale rilevazione dell’Osservatorio sull’Innovazione Tecnologica della C.C.I.A.A. di Torino, di numerose imprese operanti nell’area.

Si tratta di imprese che hanno caratteristiche rivelatrici di potenzialità innovative nei prodotti, nei processi e nelle modalità organizzative delle strutture produttive e dell’approccio al mercato perché:

·      operano in comparti science based, ove la capacità di generare, all’interno dell’unità produttiva, un consistente flusso di innovazioni rappresenta un fattore strategico di successo;

·      sono capaci di percorrere il non sempre agevole iter burocratico-amministrativo connesso alla brevettazione;

·      fruiscono di sistemi di automazione industriale;

·      sono in grado di intrattenere rapporti non occasionali con centri di ricerca pubblici del Politecnico, dell’Università, del CNR e hanno attivato rapporti di consulenza con altri centri pubblici e privati;

·      dispongono di un proprio centro o laboratorio di ricerca

·      manifestano congiuntamente una o più delle caratteristiche citate.

Sono spesso imprese che hanno saputo beneficiare dei finanziamenti previsti dalle leggi nazionali o regionali di sostegno all’innovazione tecnologica o che hanno partecipato a progetti comunitari (Eureka, Esprit, Race Brite Euram, Sprint).

Inoltre, non si tratta solo di imprese appartenenti all’industria manifatturiera, ma anche di imprese del terziario avanzato e, in particolare, operanti nei comparti della progettazione e fornitura di servizi informatici, della difesa dell’ambiente e della consulenza tecnico economica, che possono diventare un importante canale di trasferimento tecnologico.

 

I primi risultati di questo nuovo fenomeno distrettuale possono essere sintetizzati in questo modo:

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Creazione di nuove imprese nel settore ICT

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Localizzazione di nuove attività: call centers, imprese innovative in settori diversi dall’ICT (nel Bioindustry Park), nella meccanica (attorno a Pininfarina), nell’entertainment (con il previsto Millennium Park) e nell’industria dello spettacolo (Telecittà a S. Giusto Canavese), nello sviluppo delle produzioni ICT (Fulchir e Lexicon)

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Costituzione di poli formativi specializzati: tre diplomi del Politecnico di Torino, oltre a uno di telecomunicazioni ad Aosta, due corsi di laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università, un laboratorio di progettazione nei servizi di comunicazione digitale con un’impronta fortemente internazionale, frutto della collaborazione con il London Royal Institute of Arts,

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Presenza di finanza innovativa (Banca Sella e venture capital); creazione di infrastrutture specializzate (Infoville e E-Canavese, il portale che riunisce privati come Olivetti e Banca Sella.

 

Gli attori principali

 

Con l’intento di catalizzare le risorse diffuse nell’area canavesana, sfruttando e ricercando sinergie e interazioni da una parte, e dal altra di sostenere la riconversione dopo la crisi delle industrie tradizionali, viene fondato nel dicembre del 1993 il Consorzio per il distretto tecnologico del Canavese.

Il Consorzio coinvolge la provincia di Torino, la città di Ivrea, la Olivetti S.p.A. e l’Associazione Industriali del Canavese. Esso ha per scopo la promozione dello sviluppo economico e sociale del Canavese, e le sue attività si articolano secondo le seguenti linee d'azione:

a)      promuovere l'innovazione di processi ed organizzazioni della Pubblica Amministrazione Locale, anche attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie;

b)      sostenere iniziative finalizzate a favorire il trasferimento tecnologico e l'innovazione sia attraverso la valorizzazione del patrimonio di conoscenze tecniche e scientifiche già esistenti sia promuovendo l'insediamento di nuove;

c)      favorire, in genere, lo sviluppo economico e sociale del territorio, promuovendo o coordinando specifici progetti anche a valere su fondi comunitari, nazionali o regionali.

 

In seguito, il 6 dicembre 1999 è stato creato il Patto Territoriale del Canavese, con compiti di assistenza tecnica, assegnato al Consorzio per il DT.

 

Il Consorzio e il Patto territoriale intendono rafforzare l’azione delle imprese e degli altri soggetti intermedi, che nell’area già operano direttamente o indirettamente per lo sviluppo e la diffusione dell’innovazione. In particolare, intendono stimolare, con il sostegno dei policy makers locali e nazionali, lo sviluppo di attività innovative, intese non come semplice somma di comportamenti isolati, ma come un sistema di forti interrelazioni tra il mondo produttivo in senso stretto e i protagonisti della ricerca. Fra questi ultimi, va segnalato:

La formazione superiore

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Politecnico di Torino, sede decentrata di Ivrea

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Università di Torino, sede decentrata di Ivrea

 

I Centri di ricerca

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I Centri Competenza di TS Canavese

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per l’innovazione tecnologica nello stampaggio presso l’RTM,

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per le lamiere cellulari presso l’RTM

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per la meccatronica e microlavorazioni presso la sede di Ivrea del Politecnico di Torino

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per i microsistemi per la sensoristica avanzata e Biotecnologie presso il Business centre di Chivasso

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per le lavorazioni con Tecnologia Laser presso l’RTM

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per la Chimica e le Biotecnologie presso il Laboratorio Integrato di Metodologie avanzate (LIMA) del bio-industry park

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per la Qualità, l’Omologazione e la Pre-certificazione di Prodotto e di Processo

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per l’innovazione e la flessibilità nel settore della componentistica auto

 

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Bio Industry Park a Colleretto Giocosa

 

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l’Istituto R.T.M. S.p.a. di Vico Canavese, storica compartecipazione paritetica tra l’Olivetti e la Finmeccanica, che è appunto nato e si è sviluppato per promuovere l’innovazione nella meccanica.

 

I numeri 

L’area del distretto si colloca in un territorio in cui è stato attivato nel 1997 il Patto Territoriale del Canavese che coinvolge 123 comuni e che comprende soprattutto i sistemi locali del lavoro di Ivrea, di Chivasso e il distretto industriale di Rivarolo Canavese. La popolazione totale dell’area canavesana contava nel 2000 238.150 abitanti.

Le imprese che sono coinvolte nelle attività del consorzio del distretto e del parco territoriale del Canavese sono 159.

I dati ISTAT, fissando le frontiere del DT come quelle dei tre sistemi locali del lavoro sopra citati, indicano la presenza di 2309 imprese manifatturiere di cui 560 possono essere considerate high tech secondo la classificazione di Pavitt[1] (24,3%). Per quasi la metà, si tratta di imprese specializzate nel comparto informatico: la maggioranza di queste imprese producono software o/e fanno consulenza in materia informatica.

 [1] Classificazione di Pavitt – Nostra elaborazione su dati ISTAT.

 

SLL Ivrea e SLL Rivarolo Canavese

Imprese

Indipendenti

Dipendenti

Addetti

Totale Attività High Tech

560

826

11963

12799

Totale Attività manifatturiere

2309

3649

20567

24213

Totale Attività

13851

20625

38814

59439

 

 

Riferimenti web

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Consorzio per il distretto Tecnologico del Canavese
www.canavese.it
www.canavese.to.it/patto-territoriale/

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Provincia di Torino
www.provincia.torino.it/territorio/patti/canaves.htm

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Comune d’Ivrea
www.ivrea.to.it

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API Torino
www.apito.it

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Associazione industriali del Canavese
www.assindcanavese.to.it

 

 Bibliografia