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LA STORIA DEL DISTRETTO E GLI ATTORI PRINCIPALI Le origini del DT di Catania sono strettamente legate alla storia della StMicroelectronics. Già negli Anni Sessanta la StMicroelectronics, che allora si chiamava S.G.S. Microelettronica, collaborava con i Dipartimenti di Fisica e di Chimica dell’Università di Catania, ma la svolta vera fu l’insediamento nell’area catanese, nel 1997, di uno stabilimento della ST a seguito della fusione tra l’italiana S.G.S. con la francese Thomson Semiconducteurs avvenuta nel 1987. Da allora si è sviluppata una vasta area industriale, comunemente denominata Etna Valley, densa di imprese operanti prevalentemente nel comparto high-tech. Impresa dominante dell’area è ancora ST, azienda leader nel campo dei componenti a semiconduttore e loro combinazioni per l’elettronica e l’elettrotecnica nonché in campi connessi ed affini. In Italia, con i suoi 3 siti produttivi di Catania, Agrate e Castelletto, ST continua ad essere la realtà industriale più importante nel settore della microelettronica essendo il maggiore fornitore nazionale, con la più ampia gamma di tecnologie e la più vasta tipologia di prodotti. Attualmente ST conta più di 3.000 prodotti e 1.500 clienti. Per il 2005 il Gruppo ST ha realizzato un fatturato di quasi 9.000 milioni di dollari. Dei suoi 50.000 dipendenti presenti nel mondo, in Italia, a fine 2005, ne sono presenti 10.144 di cui circa 4.000 a Catania. Lo stimolo fornito alla realtà locale dalla ST ha generato uno sciame di nuove imprese high-tech nate e cresciute nel fertile humus del distretto: alcuni esempi sono Antech (telecomunicazioni satellitari), SIFI (prodotti farmaceutici aftalmici), Elmec (meccanica di precisione), Teleservice (telecomunicazioni e networking), Tnet (internet provider e servizi informatici), AID (robot e sistemi automatizzati per l’agricoltura), SAT (frame per semiconduttori), ecc. Il circolo virtuoso innescato dalla ST ha attratto anche investimenti da parte di altre grandi aziende quali Sielte, IBM, NTET. Il successo dell’area può essere spiegato grazie ad alcuni elementi. Innanzitutto il fatto che il sistema scientifico siciliano è costituito da un considerevole numero di strutture di ricerca (309 istituzioni scientifiche - pari al 31% del totale della rete meridionale). All’interno dei tre Atenei di Catania, Palermo e Messina si concentra una gran parte delle attività di ricerca e sviluppo. Essi rappresentano la struttura portante della ricerca e dell’accademia siciliane con i loro 160.000 iscritti totali nell’anno 2003-2004 e circa 15.000 laureati. Le altre strutture di ricerca scientifica annoverano:
La presenza di questi centri di alta formazione e di produzione di conoscenza in campo scientifico-tecnologico permette di generare conoscenze tecnico-scientifiche innovative e risorse umane di alta qualificazione e professionalità. Inoltre i giovani laureati e ricercatori catanesi hanno costi inferiori rispetto ai loro colleghi del Nord Europa o degli Usa pur avendo l’opportunità di fare ricerca e formazione dentro le aziende o presso le grandi agenzie nazionali presenti sul territorio. Infine Università e ST hanno sempre portato avanti proficue collaborazioni. Già nel 1987 la ST e l’Università di Catania crearono il più grande laboratorio di Ricerca e Sviluppo nell’alta tecnologia nel Meridione, nonché uno dei principali d’Europa; nel 1990 l’Università di Catania, il Consorzio Catania Ricerche e la ST crearono SuperLab, Laboratorio Superfici e Interfasi. Recentemente l’Università di Catania insieme a Sviluppo Italia Sicilia ha progettato un’iniziativa sulla creazione di un “Laboratorio per lo Spin Off Accademico nelle Tecnologie Avanzate”, frutto della collaborazione tra il Dipartimento “Impresa, Cultura e Società” ed il Dipartimento “Informatica e Telecomunicazioni” dell’Ateneo catanese. Altri punti di forza dell’area catanese possono essere individuati nelle politiche a sostegno della ricerca e dell’innovazione che si basano sulla possibilità di sfruttamento degli strumenti forniti a livello europeo, governativo e regionale per stimolare l’attrattività della forza lavoro locale: sospensione dei contributi sociali per i primi sei anni, appartenenza di Catania alle aree Obiettivo 1, contributi per nuovi impianti, rinnovi, ampliamenti, per la realizzazione di centri di ricerca, per progetti di R&S nell’area e per progetti di formazione, ecc. Infine l’area può contare, oltre che sulla partecipazione di aziende leader del settore dell'alta tecnologia fortemente radicate nel territorio, anche sull’esistenza di filiere industriali composte da imprese propense all’innovazione in grado di utilizzare la conoscenza scientifica e tecnologica sviluppata e di garantire la ricaduta economica delle attività di ricerca sul territorio. Tutti questi fattori hanno contribuito a diffondere una cultura dell’innovazione in grado di cogliere la sfida dello sviluppo economico e tecnologico permettendo così la nascita, nel corso degli anni ’90, del cosiddetto distretto tecnologico dell’Etna Valley. Questa realtà è significativa non solo nella provincia a cui il nome Etna Valley è più frequentemente associato ovvero il catanese ed, in particolare, la valle dell’Etna, ma grappoli tecnologici consistenti sono oggi sviluppati e presenti nell’area del ragusano, in quella messinese, nella provincia ennese e, con riferimento ad alcune grandi realtà aziendali, anche nel territorio del palermitano. Oggi, in realtà, il cluster tecnologico “Etna Valley” supera i confini spaziali che delimitano il suo raggio d’azione ad una singola provincia e tende sempre di più a configurarsi come sistema produttivo a geometria variabile che, attraverso un complesso sistema di relazioni funzionali ed operative, parte da un baricentro nevralgico posizionato nella provincia di Catania, ma coinvolge altresì le province limitrofe di Ragusa, Siracusa (distretto sud-est), nonché quelle di Messina, Enna e Palermo. La Regione Sicilia e il MIUR, preso atto di questa realtà tecnologico-imprenditoriale di successo, hanno deciso di consolidarla attraverso la creazione di un distretto high-tech in Sicilia ufficialmente riconosciuto e specializzato in micro e nanosistemi. Il 7 novembre 2003 il MIUR, la Regione Sicilia, le Università di Catania, Palermo e Messina, le amministrazioni comunali e provinciali delle tre città interessate ed ST hanno firmato un protocollo preliminare d’intesa per la promozione di un distretto high-tech specializzato in micro e nano sistemi in Sicilia. Il distretto oltre a coprire la Provincia di Catania e in particolare la valle dell’Etna, si estende anche ad altre province quali Messina, Ragusa, Palermo. Il 14 giugno 2005 Regione Sicilia e MIUR firmano il Programma Quadro definitivo. Il consolidamento del Distretto Tecnologico Micro e Nanosistemi catanese comporta un impegno economico da parte del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) di circa 8 milioni di Euro stanziati nel dicembre 2004. Al fine di attingere ad ulteriori finanziamenti il distretto sarà aggiunto al Programma Regionale per l’Internazionalizzazione (PRINT), potrà attingere ai Fondi Strutturali Europei 2007-2013 (Obiettivo 1), sarà incluso nel Documento Strategico Regionale (DSR) e nel Quadro Strategico Regionale (QSN) per le politiche di coesione 2007-2013. Parallelamente al distretto tecnologico finanziato dal MIUR si affianca un’altra iniziativa distrettuale denominata "Distretto Produttivo Etna Valley Catania" riconosciuto ai sensi dell'art. 56 della L.R. 17 del 28/12/2004 e tracciato secondo i criteri dettati dal Decreto dell’Assessorato della Cooperazione, del Commercio e dell’artigianato e della Pesca, n.152 del 01/12/05. I due distretti, pur configurando realtà giuridiche diverse, fanno di fatto riferimento allo stesso tessuto produttivo ovvero alle imprese, ad alta tecnologia, localizzate, in prevalenza, nel territorio di Catania con collegamenti con le altre province della Regione Siciliana. L’iniziativa del distretto produttivo Etna Valley, da non confondere col distretto MIUR, è promossa dal Patto per lo Sviluppo e gestita e coordinata da Investiacatania S.C.p.A., Agenzia di Sviluppo il cui socio unico è costituito dal Comune di Catania. I criteri che permettono alle aziende di far parte del distretto sono specificati nel decreto regionale N° 152 dell’1/12/2005: un numero minimo di 50 aziende high-tech per un totale di 150 impiegati che svolgano attività simili secondo una logica di filiera, verticale o orizzontale in un settore attinente la vocazione tecnologica del distretto stesso. Inoltre è richiesta la compresenza di un insieme di attori istituzionali aventi competenze ed operanti nell'attività di sostegno all'economia locale. Solo le imprese che saranno ufficialmente riconosciute come parte del distretto potranno usufruire di bandi, finanziamenti e agevolazioni varie. Per quanto attiene l’organizzazione del distretto produttivo esso sarà dotato dei seguenti organi di governo:
Entrambe le iniziative descritte, sia quella promossa dal MIUR che quella regionale del distretto produttivo, puntano a risolvere alcune debolezze strutturali del sistema competitivo regionale e provinciale ed in particolare una dipendenza eccessiva delle PMI dall’azienda leader ST. Attualmente il 65% delle imprese presenti nell’Etna Valley fornisce servizi hi-tech ad ST. Tali servizi, pur non rappresentando solo un supporto all’attività produttiva, ma anche un contributo per lo sviluppo dei processi innovativi e pur promuovendo lo sviluppo del sistema locale e la diffusione di conoscenze e competenze, tendono tuttavia a rafforzare una dipendenza che potrebbe risultare pericolosa. La singola azienda da cui dipendono i destini delle PMI del distretto potrebbe semplicemente decidere di andare ad investire altrove e attualmente le PMI locali appaiono ancora troppo fragili per muoversi in autonomia rispetto all’indotto ST. Gran parte di esse non ha ancora raggiunto la massa critica in termini di dimensioni e potere di mercato, è troppo concentrata sui mercati locali e non è in grado di competere su quelli internazionali. Infine dal punto di vista finanziario esistono problemi nel reperire fondi di venture capital a supporto delle nuove iniziative, mentre start-up e spin-off sono ancora troppo rari. In effetti, negli ultimi anni, la situazione dell’Etna Valley è peggiorata. ST ha confermato che, a Catania, circa 210 posti di lavoro andranno persi. Il nuovo impianto Ews, centro per il test elettronico dei chip di silicone, trasferirà, entro la fine del 2006, il 50% della sua produzione e dei suoi macchinari a paesi emergenti dell’area Pacifico. Alcuni altri impianti verranno smantellati entro il 2009, mentre altri saranno rafforzati. In ogni caso le produzioni a più alto valore aggiunto rimarranno nell’Etna Valley, mentre le altre rischiano di prendere la via del Far East. Per tutti questi motivi le autorità locali si stanno muovendo nella direzione di rafforzare la competitività del sistema produttivo regionale e la sua capacità di competere autonomamente sui mercati internazionali.
LA VOCAZIONE TECNOLOGICA Il distretto è specializzato in microelettronica e nanosistemi. Le micro e nanotecnologie saranno applicate ai seguenti campi:
Il Distretto si propone la realizzazione di dispositivi innovativi che, rispetto a quelli tradizionali, assicurino una più elevata affidabilità, minori interferenze con l’ambiente, più rapide risposte meccaniche e termiche e un limitato consumo di energia e materiali.
OBIETTIVI E ATTIVITA’ DEL DISTRETTO Il Distretto si propone di:
Misura 1 – Fondo Venture capital La Misura consiste nella costituzione di un fondo di capitale di rischio finalizzato a sostenere iniziative imprenditoriali ad alto contenuto tecnologico, attraverso l’acquisizione di quote di minoranza del capitale sociale di piccole e medie imprese di nuova costituzione, o in fase di start up. L’obiettivo specifico è rafforzare i rapporti tra imprese e ricerca promuovendo l’innovazione tecnologica e la creazione di nuove imprese high-tech. Il Fondo sarà gestito da apposita struttura specialistica: SGR di nuova costituzione. La maggioranza assoluta del capitale della SGR sarà detenuta da enti pubblici o da altri soggetti a finalità pubblica, quali Università, Centri di ricerca, Fondazioni Bancarie, ecc.. Il soggetto promotore dell'azionariato di maggioranza (il 51%) della SGR – sotto forma di società per azioni - sarà Investiacatania. Per la sottoscrizione della rimanente quota di minoranza (49%) si provvederà tramite una procedura di evidenza pubblica finalizzata a selezionare uno o più soggetti in grado di assicurare le competenze necessarie per gestione manageriale del Fondo e la selezione degli investimenti da realizzare nelle imprese. La dotazione iniziale del Fondo sarà di 9,8 milioni di euro.
Misura 2 “ Fondi di garanzia” L’azione si propone di consentire alle imprese industriali e di servizi aderenti al distretto di disporre delle garanzie necessarie per accedere ai finanziamenti finalizzati all’avvio di nuove linee di produzione piuttosto che all’introduzione di innovazione, all’avvio di start-up oppure volti al riequilibrio finanziario delle imprese. Verrà costituito un Fondo di Garanzia, gestito da uno o più Consorzi Fidi operanti nell'ambito distrettuale, finalizzato all'attività di concessione di garanzie a favore delle piccole e medie imprese appartenenti al distretto, per operazioni finanziarie a medio-lungo termine. Le garanzie, che non potranno riguardare operazioni di mero rifinanziamento o riscadenziamento del passivo delle imprese, potranno coprire una percentuale massima del 75% del finanziamento in essere. Il totale delle garanzie concedibili ammonta a 7.500.000 € per un totale di investimenti di 10 milioni di €.
Misura 3 “ Ricerca applicata e trasferimento del sapere” La misura persegue l’obiettivo di diffondere e consolidare l’innovazione tecnologica nel tessuto imprenditoriale del Distretto Produttivo e di sostenere le imprese innovative nel processo di definizione di nuove idee imprenditoriali e nell’avvio delle prime fasi di attività, mediante l’assegnazione di titoli di spesa, emessi sotto forma di “Voucher“ nominativi e non trasferibili, il cui importo può arrivare fino a un massimo di 50.000 € e potrà coprire il 75% delle spese ammesse. I voucher sono finalizzati a finanziare l’acquisto di servizi di assistenza, consulenza e ricerca presso strutture ed organismi in possesso di adeguate competenze ed esperienze nella prestazione di tali servizi di consulenza ovvero Università e Centri di ricerca accreditati. Il totale dei voucher messia disposizione ammonta a 2 milioni di euro.
Misura 4 “Incentivi per l'innovazione, promozione e sostegno al sistema distrettuale per la ricerca e l’innovazione” La misura ha lo scopo di migliorare e sostenere, in coerenza con la Misura 3.14 del Complemento di Programmazione del POR Sicilia 200-2006 e della Strategia Regionale per l’Innovazione per la Sicilia, la capacità di ricerca e sviluppo delle imprese del distretto, di stimolare l’innovazione, anche in termini di prodotto o di processo finalizzata all’innalzamento della qualità dell’azienda, ed il trasferimento tecnologico in favore del settore produttivo in quanto punto d’arrivo del collegamento tra imprese e centri di ricerca. La misura prevede l’incentivazione di progetti di innovazione e sperimentazione, realizzati in un’ottica di rete”, mediante il supporto alle attività finalizzate ad innalzare la qualità dell’azienda, rafforzarne la competitività e migliorarne il collegamento sia con centri di ricerca e trasferimento tecnologico sia con le altre imprese. Il totale dell’intervento ammonta a 20 milioni di euro.
Misura 5 “ Circoli della conoscenza” Obiettivo della misura è creare fra i componenti del Distretto una rete informale, ma stabile, di relazioni ovvero un Circolo della Conoscenza, come definito nella Strategia Regionale per l’Innovazione, che avrà come funzione primaria la diffusione e sensibilizzazione ai temi dell’innovazione. I luoghi ideali affinché il Circolo si stabilizzi e cresca saranno: le sessioni di incontri, i dibattiti informali, i workshop e i progetti sperimentali tra i diversi portatori di conoscenza “istituzionale”, come università, istituti, centri di ricerca e attori economici locali ed esterni. Il progetto prevede 4 fasi di attuazione ( costituzione gruppo di pilotaggio, coinvolgimento dei portatori di interesse territoriali, implementazione dei progetti di ricerca, disseminazione dei risultati dei progetti di ricerca) per un totale finanziato di circa 600.000 euro. Misura 6 “Internazionalizzazione e Marketing territoriale” La misura prevede l’attuazione di azioni di internazionalizzazione e di cooperazione economica mirate a dare visibilità all’esterno, ad aumentare la competitività dell’intero distretto, a sviluppare un percorso di crescita delle imprese affinché possano proiettarsi nel mercato globale con una strategia integrata sui temi dell’innovazione, dell’internazionalizzazione, della formazione e dell’accesso al credito. Uno dei punti deboli del distretto è proprio la scarsa internazionalizzazione delle PMI e le loro difficoltà ad essere competitive extra-regione, soprattutto quelle per le quali StMicroelectronics rappresenta il cliente privilegiato. Lo sviluppo di una strategia di internazionalizzazione, che consenta alle imprese del distretto dell’Etna Valley di proiettarsi autonomamente sui mercati esteri, con tutti i vantaggi connessi al modello distrettuale, rappresenta una delle soluzioni per affrontare le criticità suddette. L’ipotesi è quella di avviare percorsi di internazionalizzazione del distretto che guardino i mercati vicini, per esempio Maghreb e Balcani, come potenziali mercati futuri; i mercati più all’avanguardia (USA, Europa, ecc) come mercati di sbocco e partner con i quali avviare percorsi di ricerca e innovazione congiunti anche promuovendone gli investimenti diretti in Sicilia; ed i mercati emergenti (Brasile, Cina e India) come futuri potenziali mercati rispetto ai quali creare alleanze con altre distretti italiani ed europei del settore. Tra le possibili azioni sono previste le seguenti tipologie di attività: Partecipazione e/o organizzazione di eventi internazionali; Organizzazione di road show in loco per partner esteri; Organizzazione di campagne pubblicitarie all’estero su stampa, radio e televisione; Analisi opportunità localizzative di specifiche filiere produttive; Promozione del brand di distretto Il totale dell’investimento previsto per questa misura è di 800.000 €.
Secondo quanto risulta dal Dossier Etna Valley elaborato dal Dipartimento di Comunicazione Interattiva e Nuove Tecnologie di Informazione dell’I.S.S.R.F (Istituto Siciliano Studi Ricerche e Formazione), alla fine del 2001 l’area catanese comprendeva circa sessanta aziende high-tech situate nel raggio di pochi chilometri, con un totale di addetti pari a quasi 5 mila unità. Il quadro occupazionale del comprensorio catanese, inoltre, risultava profondamente diverso dal resto della Sicilia: nella provincia di Catania il 27% circa della forza lavoro veniva assorbito dall’industria, di cui quasi il 10% impiegato nei settori della “new economy”, mentre nel resto dell’isola l’industria forniva impiego ad appena il 19% dell’offerta disponibile e le nuove tecnologie, seppur in fase di crescita, erano ben lontane dai risultati ottenuti dalla realtà economica catanese. Dati più aggiornati sulla situazione del distretto catanese sono forniti da Investiacatania a seguito di uno studio specifico finalizzato all’individuazione dell’area distrettuale e delle imprese che ne fanno parte. Secondo tale studio, pubblicato nel 2005, il distretto comprende 159 imprese facenti parte, in alcuni casi, di sistemi di specializzazione integrata come i consorzi di imprese (Consorzio Etna Hitech, Consorzio Cometa, Consorzio Sirio ecc.) che occupano un numero di addetti pari a 3.172 unità (escluso ST, che ha circa 4600 addetti) e raggiungono un fatturato approssimativo globale pari a circa 310 milioni di Euro (sempre escluso ST). E’ possibile che nel 2006 il numero di imprese che vogliano aderire al distretto sia ulteriormente salito. Le imprese del distretto inoltre presentano le seguenti caratteristiche:
RIFERIMENTI WEB
Luglio 2006 |