LA STORIA DEL DISTRETTOLa possibilità di creare un distretto tecnologico sull’ingegneria dei materiali polimerici e compositi è stata suggerita dalla presenza di elevate competenze distintive a livello nazionale nella regione, generate dalle quattro università campane (Università degli Studi di Napoli “Federico II”, l’Università degli Studi del Sannio, l’Università degli Studi di Salerno, la Seconda Università degli Studi di Napoli) e dalla notevole concentrazione di importanti aziende e centri di ricerca operanti prevalentemente (ma non solo) nel settore aerospaziale e localizzate nella regione (INFM, INFM, CIRA, CNR, ENEA, Alenia Aeronautica, Fiat Avio, Alfa Romeo Avio, Vulcan Air, Piaggio, Magnaghi, Tecnam, Consorzio T.R.E., Elasis, SEDA, STMicroelectronics). Uno studio di fattibilità condotto da McKinsey ha evidenziato che la ricerca campana, pubblica e privata, nell’ambito dei materiali polimerici e dei compositi a matrice polimerica, occupa un posto di assoluto rilievo a livello nazionale e internazionale. 580 ricercatori sono impegnati in Campania in questo ambito di cui 440 in strutture pubbliche e 140 in quelle private. Inoltre il 25% degli articoli scientifici italiani sul tema sono stati pubblicati da ricercatori campani sulle riviste scientifiche specialistiche con più alto fattore d’impatto. La Campania può inoltre vantare numerose e consistenti collaborazioni con alcune delle più importanti istituzioni scientifiche internazionali, tra cui la Stanford University, la Penn State University, il MIT, il CNRS. Infine la Campania investe il 2,5% del suo prodotto interno lordo in ricerca e sviluppo e nel supporto a nuove realtà imprenditoriali risultando così la regione del Sud Italia con gli investimenti pubblici e privati in R&S più alti rispetto alla media e, per certi aspetti, allineati ai livelli del Nord Italia. Sulla base di questi presupposti il 17 luglio 2003 il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e il Governatore della Regione Campania hanno firmato il Protocollo d’intesa per la realizzazione di un distretto tecnologico nel settore dell’ingegneria dei materiali polimerici e compositi e strutture. Il distretto è localizzato nella provincia di Napoli anche se coinvolge aziende e centri di ricerca anche nelle altre province campane. L’ 11 febbraio 2004 è stata costituita la società consortile di gestione del Distretto sulla Ingegneria dei MAteriali polimerici e compositi e STrutture – IMAST S.c.a.r.l. IMAST è una società consortile incaricata di gestire e coordinare le attività del distretto favorendo la cooperazione tra aziende e il sistema pubblico della ricerca. La mission di IMAST è realizzare un sistema integrato di ricerca, formazione e innovazione per sviluppare il territorio e aumentare conoscenze, tecnologia, know-how e competitività delle imprese aderenti sviluppando l’inclinazione imprenditoriale della Campania nel settore high-tech dei materiali e garantendo significative ricadute sul territorio in termini economici e occupazionali. IMAST ha la sede legale nell’area orientale della città di Napoli. Dispone di complessivi 2500 mq di infrastrutture per la ricerca, di cui 1300 mq di laboratori e vi operano più di 100 ricercatori del CNR, Università degli Studi di Napoli Federico II, STMicroeletronics ed Elasis. Infine il 9 marzo 2005 è stato firmato l’Accordo di Programma Quadro tra Governo Italiano e Regione Campania che concretizza l’iniziativa del Distretto Tecnologico. I primi fondi sono stati resi disponibili grazie al finanziamento CIPE del Dicembre 2004 che ha allocato la quota di competenza del MIUR di 30 milioni di euro.
GLI ATTORI PRINCIPALI DEL DISTRETTO Oltre alla Regione Campania e al Ministero della Ricerca e dell’Università gli attori principali del distretto sono i partner di IMAST come di seguito elencati:
IMAST focalizza le sue attività di ricerca sull'ingegneria dei materiali polimerici e compositi. Tale settore scientifico è rilevante per dimensione e per tasso di crescita e presenta un potenziale innovativo molto elevato nonché significative opportunità di discontinuità tecnologica. Il mercato mondiale ammonta a 61 miliardi di dollari ed è previsto un tasso di crescita tra il 2004 e il 2009 rispettivamente del 3,2% e del 5%. Il numero di possibili applicazioni a prodotti e processi industriali è enorme. Ciò è vero sia per settori industriali consolidati quali l’aeronautico/aerospaziale, l’automobilistico, la cantieristica navale, le costruzioni civili e gli imballaggi che per settori recenti quali le nanotecnologie, il biomedicale, l’elettronica polimerica dove le applicazioni tendono a ricoprire ancora più rilevanza.
OBIETTIVI E ATTIVITA’ DEL DISTRETTO La missione di IMAST è realizzare un sistema di ricerca, formazione ed innovazione tecnologica nel quale si integrino gli obiettivi di sviluppo delle conoscenze e di crescita del know-how da applicare ai prodotti e ai processi industriali. Le iniziative del Distretto Tecnologico sono coerenti con l’obiettivo generale della crescita del territorio e si concentrano su tre macro-filoni:
Nell’ambito dell’accordo di programma quadro, IMAST ha avviato i seguenti progetti:
L’ambizione del distretto campano è quella di avere un impatto significativo sul PIL della regione nei prossimi 10 anni, contribuendo allo sviluppo economico della Campania attraverso la creazione di competenze eccellenti ad alto impatto di business.
I NUMERIAlla realizzazione del distretto sono stati destinati nel quinquennio 2004/2008 125 milioni di Euro (dei quali 30 impegnati dal Miur, 55 dalla Regione Campania, 10 dalle aziende private e 30 dall’istituzione di un Fondo pubblico-privato). Obiettivi numerici del distretto sono:
RIFERIMENTI WEB
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A. Giannola (2003) “Specializzazioni produttive, tecnologie e sviluppo territoriale. Riflessioni sulla Campania”, in F. Cesaroni e A. Piccaluga (a cura di), Distretti industriali e distretti tecnologici. Modelli possibili per il Mezzogiorno, F. Angeli, Milano. |
Luglio 2006
Valeria Miceli